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Quali sono i requisiti per diventare amministratore di condominio

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L’amministratore di condominio non è condomine che si improvvisa revisore dei conti, è un professionista abilitato. Dopo l’introduzione della riforma del condominio, entrata in vigore lo scorso 18 giugno, è infatti chiaro che questo ruolo non potrà più essere svolto da chi lo esercitava come dopo lavoro, ma dovrà essere ricoperto in maniera professionale.

Quali sono i requisiti per diventare amministratore di condominio

L’amministratore deve essere formalmente nominato in assemblea se il condominio è composto da più di 8 persone (può essere interno o esterno). L’incarico dura un anno e, dopo tale periodo, l’amministratore deve essere conformato o revocato dall’assemblea condominiale.

Ma quali sono i requisiti? Bisogna essere cittadini italiani, non avere condanne per reati contro l’amministrazione pubblica e non avere a proprio carico nessun reato che abbia una pena prevista dai due ai cinque anni di reclusione. Il suo nome non deve essere nell’elenco dei protesti cambiari, cioè non deve essere in debito per il mancato pagamento di una cambiale. E poi deve avere una partita iva. Da un punto di vista formativo, è necessario avere un diploma universitario ( è sufficiente un diploma superiore come ragioneria o geometra) e aver frequentato un corso per diventare amministratori (e ovviamente fare gli aggiornamenti professionali).

Esiste poi un esame per l’abilitazione professionale, che comprende una prova orale e una scritta. La professione rientra tra quelle “senza albo”, un sistema nazionale di certificazione non obbligatoria certifica però la qualità e le qualifiche di questi professionisti, offrendo così delle garanzie ben precise ai condomini. é importante quindi conoscere le norme e le leggi che regolano l’attività, ma anche conoscere le licenze e le autorizzazioni.

Photo Credits | thinkstock

 

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