L’estate è arrivata e nonostante il tempo incerto si iniziano a fare i primi bagni di sole al mare.Però attenzione perchè se non si usano delle creme solari si rischiano delle brutte scottature: ecco come fare per curare le scottature estive dovute dalla troppa esposizione al sole.
Dopo tanto penare tra ombrelli e mantelline antipioggia, sembra finalmente essere arrivata la vera estate, con temperature che presto raggiungeranno quote impressionanti sulla nostra penisola. E’ dunque il momento di dedicarsi allo sport più in voga della stagione estiva, ovvero rosolarsi per ore sulla spiaggia e tuffarsi nel mare non sempre pulito delle nostre coste.
Ma siamo sicuri che la nostra pelle sia protetta dall’impatto con i raggi solari? Usare una protezione adeguata è di fondamentale importanza, ma può capitare di bruciarsi anche se si usano tutte le precauzioni del caso, perché si ha una pelle particolarmente sensibile o perché i raggi del sole scottano più del dovuto.
E allora è il caso di munirsi di un buon doposole, di una crema che possa alleviare i fastidi procurati dall’irradiazione o comunque che possa idratare la pelle al termine di una giornata trascorsa in riva al mare. In commercio ne esistono di diversi tipi, ma perché spendere del denaro quando si può creare una crema dopodole fai da te?
Avere una scottatura non è mai piacevole. Vi fa sembrare brutti/e, secca la pelle e causa dolore costante, senza considerare che vi potrebbe rovinare la vacanza. Fortunatamente, se hai valutato male il tempo passato sotto il sole e hai una bruciatura, ci sono un paio di cose puoi fare per ridurre al minimo il tempo necessario per liberarsene.
Prima di tutto bisogna comprendere cosa è una scottatura. Si tratta letteralmente di una bruciatura sulla pelle, che è causata da un’eccessiva esposizione ai raggi UV. Di solito una scottatura passa naturalmente con l’azione di guarigione del corpo, ma solo quando va via completamente gli strati di pelle bruciata diventano un ricordo. Per ottenere una guarigione completa ci vogliono giorni o settimane, dunque ecco cosa si può fare per ridurre questo tempo di attesa.