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Come sentirsi sazi quando si è a dieta

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Come sentirsi sazi quando si è a dieta

Capita a tutti, prima o poi, di affrontare il problema principale della dieta: la fame. L’importante è sapere che mangiare meno, fare pasti di dimensioni medie con una maggiore quantità di proteine magre può far sentire più sazi del mangiare piccoli pasti più frequenti, secondo una nuova ricerca della Purdue University. Secondo i ricercatori questa tecnica permette anche di evitare quel fastidiosissimo buco allo stomaco che ci coglie in piena notte, e che a volte ci tenta ad alzarci dal letto per stuzzicare qualcosa.

Per riuscire a perdere peso il primo passo da effettuare è aggiungere una moderata quantità di proteine ​​a tre pasti regolari al giorno per aiutare a controllare l’appetito e la sensazione di pienezza. Uova e prodotti di carne magra di maiale sono buone fonti di proteine, e se sono incorporate ai pasti in cui di solito non si consumano proteine, come ad esempio a colazione e a pranzo, possono rivelarsi un buon metodo per controllare la fame senza prendere peso.

A dir la verità degli effetti migliori sono stati registrati negli uomini, più che nelle donne, ma di certo non è una pratica nociva. Una dieta normale è composta dal 14% di proteine, 60% carboidrati e 26% grassi, mentre una dieta ad alto contenuto proteico dovrebbe avere la stessa quantità di grassi, ma il 25% di proteine ​​e 49% di carboidrati.

Le principali fonti di proteine sono gli insaccati a base di proteine ​​vegetali come le salsicce, molto migliori rispetto a uova e pancetta. Le alternative sono fagioli, legumi e prodotti a base di soia. La ricerca di riferimento, fatta dalla Purdue, ha dimostrato come dei volontari che hanno mangiato una media di 10 mila kilojoule giornalieri, se li consumavano attraverso tre pasti l’uno da 3.150 kj, non soffrivano la fame, mentre quelli che consumavano la stessa quantità di calorie, ma con pasti più frequenti, ogni due ore, da 1.575 kj, ogni tanto qualche morso della fame lo sentivano. Per chi è amante degli spuntini, va bene uno al giorno sotto i 1.000 kj. Il rischio però è che, con questi snack, il tasso superi di gran lunga il limite, finendo con il risultare quasi quanto un pasto completo.

Il risultato? Sentendo meno i morsi della fame, la dieta veniva protratta più a lungo, e i volontari raggiungevano i loro obiettivi, mentre con qualche “incidente di percorso” qui e là diventava molto più semplice cedere alle tentazioni e finire con l’abbandonare la dieta.

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