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Come si fa la voluntary disclosure

La voluntary disclosure o collaborazione volontaria è uno strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Agenzia dell’Entrate la violazione degli obblighi di monitoraggio. Tutto questo nasce dagli accordi internazione che l’Italia ha preso con i “famosi” paradisi fiscali che hanno accettato a far decadere il silenzio bancario.

Come si fa la voluntary disclosure

La collaborazione volontaria può essere attivata fino al 30 settembre 2015 e va indietro di 5 anni. Entro mercoledì, salvo proroghe dell’ultimo momento, bisogna presentare l’istanza, mentre per la trasmissione del materiale c’è tempo 30 giorni. Come si fa la voluntary disclosure?

Il modello di richiesta di accesso alla procedura va presentato esclusivamente per via telematica; direttamente (se si è abilitati a Entratel o Fisconline) oppure tramite i soggetti incaricati (i commercialisti, gli avvocati e gli iscritti nel registro dei revisori contabili). Nella VD bisogna indicare tutti gli investimenti e le attività finanziarie costituite o detenute all’estero, anche indirettamente o per interposta persona (vanno denunciate anche le deleghe dormienti). Devono essere evidenziate anche movimentazioni, dismissioni, prelievi e utilizzi a qualunque titolo di tali fondi.

Che cosa succede poi? Sulla base delle informazioni e dei documenti prodotti dal contribuente, l’Agenzia delle entrate determina in maniera analitica tutte le imposte dovute (Irpef, addizionali, imposte sostitutive, Irap, Iva, ritenute e contributi previdenziali), maggiorate degli interessi. Essendo una collaborazione volontaria la pena è ovviamente ridotta. Per esempio, le sanzioni per le violazioni sul quadro RW vengono ridotte alla metà del minimo edittale. Il contribuente deve tenersi pronto perché una volta che l’Agenzia delle entrate notifica il pagamento ha tempo dai 15 ai 60 giorni per versare al fisco le somme richieste.

 

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