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Come affrontare un colloquio di lavoro

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Come affrontare un colloquio di lavoro

La prima impressione è quella che conta. Non è sempre così, ma durante un colloquio di lavoro è molto importante essere sempre al top della forma. Ciò vuol dire avere un certo tipo di abbigliamento, ma anche imparare a porsi in un determinato modo: bisogna mostra sicurezza, senza essere arroganti, essere preparati, ma aperti a imparare cose nuove.

Se avete ottenuto un colloquio di lavoro, vuol dire che avete già superato un paio di prove: la prima è quella del curriculum e la seconda può essere un test scritto o magari un colloquio telefonico. Ora arriva quindi la prova più dura, quella orale. Perché è la più difficile? Intanto perché parlare in pubblico, se si è un po’ emozionati, non è semplice, e poi perché anche il più piccolo dettaglio può fare la differenza.

Le cose da evitare

Come affrontare un colloquio di lavoro

Arrivare in ritardo. Purtroppo può succedere, ma dovete assolutamente cercare di essere puntuali e se questo vuol dire uscire di casa due ore prima, fatelo. Il ritardo è spesso interpretato come maleducazione o mancanza di rispetto e in un colloquio di lavoro può avere un certo peso.

Essere “troppo” educati e accondiscendenti. Mostrarsi gentili, educati e non alzare mai i toni è obbligatorio. Non è piacevole però interagire con una persona troppo insistente e al tempo stesso saccente. È vero anche il contrario, che dire troppo di sì può risultare pedante e al tempo stesso falso. Cercate quindi una via di mezzo. Mi raccomando, evitate anche di essere logorroici.

Tenere acceso il telefonino. Il cellulare è ormai un accessorio che fa parte della nostra vita, ma è importante imparare a spegnerlo nei momenti opportuni, come durante un appuntamento di lavoro.

Giocherellare. Nei momenti di nervosismo tutti abbiamo una sorta di tic o iniziamo a giocherellare con qualcosa. Può essere una penna, per le donne di solito i capelli. Bisogna frenarsi. Quindi via le mani dalla bocca, via gomma da masticare e controllate la vostra gestualità, soprattutto se il colloquio è con stranieri. Noi italiani siamo famosi perché parliamo anche con le mani, ma non bisogna esagerare.

No alle mani in tasca e alle braccia conserte. Non sapendo mai dove mettere le mani, si finisce per tenerne una in tasca. Non è un comportamento educato e alcune persone potrebbero esserne infastidite. Altra cosa, le braccia lasciatele lungo i fianchi e mai incrociate davanti, perché può essere interpretato come segno di chiusura.

Cose fondamentali da non dimenticare

Avere un aspetto impeccabile. Abbiamo già parlato di abbigliamento e quindi dovreste sapere che ogni ambiente ha una sua etichetta. È bene essere molto in ordine e puliti. L’igiene al primo posto: capelli puliti, un trucco perfetto o comunque barba rasata, la camicia deve essere fresca e le scarpe in buona condizione.

Pianificare un discorso. Tante domande saranno imprevedibili, ma ci sono degli evergreen da memorizzare. Sicuramente vi sarà chiesto, perché desiderate questo lavoro, perché dovrebbero scegliere voi, che percorso di studi avete fatto o quali esperienze maturato, che cosa potreste portare di nuovo alla società? Il giorno prima preparatevi delle risposte, brevi ma non troppo e soprattutto non scontate.

Sii positivo. Questo è un periodo duro. C’è tanta crisi, trovare lavoro non è semplice e potreste aver maturato esperienze negative. Tutta questa situazione non deve pesare sul vostro colloquio. Non deve passare l’immagine di una persona disperata, ma anzi entusiasta e propositiva.

Il colloquio è finito. E ora?

Prima di uscire dall’ufficio, potrete fare qualche domanda, per capire le tempistiche. Se non vi dicono niente, chiedete quando potrete sapere qualcosa e come dovete muovervi. Ci tenete tantissimo al lavoro, ma siete consapevoli che ci sono tante persone, quindi non volete ostacolare la selezione. Il più delle volte vi diranno che i tempi sono stretti e a breve saprete qualcosa. Evitate di pressare il responsabile o la segretaria con chiamate continue. Di solito sono loro a farsi vivi, solo se vi hanno preso. Dopo dieci giorni, provate semmai un timido approccio informativo, come una email: in base alla risposta capirete se è bene mettersi il cuore in pace o attendere ancora.

Photo Credits| thinkstock

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